YAH ARTIST SINCE 2024
Se scriverò,
scriverò testi disturbanti,
incuranti,
che ti marchiano a fuoco un segno
buono o cattivo
doloroso o salvifico.
Che inducono alla follia.
Che inseminano domande
come piccoli germogli.
Chissà chi risponderà.
Se reciterò,
reciterò testi insolenti,
veri da essere disprezzati
Che non cercano consenso,
non inducono a risate,
sparati come un proiettile
alla cieca in una folla.
Chissà chi ucciderà.
Se leggerò,
leggerò con enfasi,
fermandomi ad ogni frase che
alimenta l’inutile lussuria di
viaggiare con la mente.
E mi prenderò la briga
di saltare e di strappare
tutti i libri che io solo,
con l’arbitrio che mi vizia,
riterrò indegni, confondibili,
immondizia.
Chissà chi li raccoglierà.
Se fumerò,
fumerò sigari,
mi inietterò morte vera,
morte gustosa,
morte che mi assaggia, mi assapora,
questa notte.
Poi mi dice: perché mi cerchi
solo a volte?
Non lo so, rispondo io.
Cerco a volte anche la vita.
Busso a entrambe, vi corteggio.
Un po’ ci flirto.
Chissà chi si innamorerà.
Se crescerò,
crescerò solo dopo aver sbagliato,
dopo aver fallito,
dopo aver fatto soffrire,
dopo essermi pentito così tanto
che desidero morire.
Chissà chi mi accontenterà.
Se dirò addio,
dirò addio godendomi la sofferenza,
senza perdermi uno sguardo,
col terrore di un bambino
che ha paura di cambiare
il suo gioco preferito,
che non ha il coraggio di affrontare
il livello successivo.
Lo farò abbaiando come un cane
che si sente abbandonato
una mattina d’estate.
Chissà chi ritornerà.
E se, infine, morirò,
morirò suicida.
Perché non riesco a non pensare
che niente ha più valore della fine.
Che anche la morte,
con un po’ di fantasia,
si può rendere poesia.
Chissà chi mi piangerà.
I vecchi a me
danno noia. Qui però
sono nipote
Amo i gatti.
Per ogni occhiata curiosa,
c’è un po’ di voglia di scappare.
Ogni artiglio per attaccare,
c’è un cuscinetto gonfio abbastanza per atterrare,
correre,
scappare.
Per non farsi male.
Amo i gatti,
perché quando ti usano
lo fanno sinceri,
e ti chiedono il permesso.
Amo i gatti,
che ignorerebbero un tramonto sul mare
per uno spago che agito nella mano,
perché, al contrario del sole, è imprevedibile
e si deve meritare.
Amo i gatti
perché non cercano di capirti,
ma di incuriosirsi.
E per ogni curiosità che soddisfano,
ne troveranno subito un’altra con cui imparare il mondo
e risolverne tutti i misteri in un secondo.
Emozionarsi come bambini e dilatare lo sguardo,
salvo poi stancarsi,
abituarsi,
e ricercare un nuovo traguardo.
Amo i gatti,
perché con le loro stramberie,
alla fine,
mi insegnano il mondo.
Che va vissuto,
inventato,
secondo per secondo.
Amo i gatti,
perché sono come questa poesia.
Confusa, slegata,
una follia.
Ma almeno è mia.
Mi chiedi perché
non scrivo di te
E so che non scherzano
i tuoi sentimenti
mentre scherza
la tua bocca.
Che ti muovono da dentro come dei burattinai
Echi del passato
Dici
Una partita con me stessa.
È una tenera bugia:
Non si smette mai né di giocare
Né di invitare altri a partecipare.
E se gioco da avversario
O da nemico
Lo decidi solo tu.
È un enigma ciò che dici
Più di ciò che pensi.
È la maledizione
degli ironici.
Ti tradiscono la voce
E la taranta del tuo sguardo
È la condanna
dei sinceri.
Sono forse
la tua droga?
Ti avveleno dall’interno
mentre tu
mi spingi in vena?
Sei la vittima
di un mio inganno?
Ti sei unita alla partita
che gioco con me stesso.
Ma se giochi da avversario
O da nemico
Lo decido solo io.
Biography
"If it is true, as I think, that the world is an illusion, stories are the only way to dialogue with it, because they are made of the same matter". As a child, huddled in his tiny closet, Davide found in writing a way to do just this: delude himself. Imagine. Create new fictions to enrich his world. And, like this, know himself. Then, for a rather long time, he abandoned himself, lost in the intricate alleys of paths that someone else had drawn for him, too perfect to be his. It would be wrong to say that he has now come out of this labyrinth, and it would be wrong to take it for granted that he will really come out, but surely he has found the tools to seek the way. To "cut his own path". Phrase after phrase. Illusion after illusion.
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